«FOLLIS» BIZANTINO RINVENUTO A CAPODISTRIA IN LOCALITA «PORTISOLANA»

Ottavio de Manzini

Atti del Centro di Ricerche Storiche - Rovigno, vol XIII, Trieste-Rovigno 1982-83 pp. 63-64



Si è avuta solo recentemente notizia di una moneta in bronzo, bizantina, rinvenuta nel periodo tra le due guerre mondiali a Capodistria, in località Portisolana, su un'area ora parzialmente coperta da un edificio scolastico. Il reperto, ora in collezione privata, è un follis di Costantino VII Porfirogenito.

Nota storica: Costantino Porfirogenito, della dinastia armeno-macedonica, figlio illegittimo di Leone VI il Filosofo e di Zoe Carbonopsina, nato il l settembre 905, fu eletto al rango di Augusto da suo padre il 9 giugno 911 e regnò fino al 959. Dapprima governò al suo posto lo zio Alessandro, indi un consiglio di reggenza capeggiato dal Patriarca Nicolò. Dal 913 Costantino fu dichiarato maggiorenne dalla madre Zoe richiamata dall'esilio e associata al trono fino al 919; nello stesso anno sposò Elena, figlia del navarca Romano Lecapeno, il quale venne acclamato imperatore-collega e governò di fatto sino al 944 quando fu deposto e i suoi figli deportati. Costantino, tuttavia, poco esperto di cose di governo, si appoggiò alla potente famiglia dei Focas, limitandosi a interventi di carattere legislativo e a trattative diplomatiche. In lui prevalsero gli interessi culturali: produsse infatti opere di carattere storico, geografico e politico, tra le quali resta di attualità «Dei Temi» con la descrizione delle province bizantine, comprese quelle adriatiche.

Nota linguistica: Particolarmente interessante risulta la grafia della leggenda; infatti in essa si ha la traslitterazione dalla forma greca a quella latina, che induce ad alcuni rilievi: a) l'uso della C latina aspra per rendere il suono greco K; b) il dittongo greco AI è già reso graficamente col suono E che testimonia la riduzione a monottongo (CE-ROMEON); c) similmente il dittongo greco EI diventa I (BASILIS); d) non è ancora usuale la resa V del B greco; e) la H greca non risulta ancora iotacizzata.

Pur nelle obiettive difficoltà di orientamento nelle vicende istriane e capodistriane, in particolare nei sec. IX e X, il reperto costituisce un ausilio alla determinazione della circolazione monetaria nell'area istriana, insieme alle scoperte precedentemente da altri documentate e suggerisce indìcazioni in merito alle zone urbane di Capodistria nel tempo e all'attenzione che esse meritano da parte degli archeologhi.

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D) - CONSTANT' CE ZOH b. 
A d. busto di Costantino di faccia diademato con croce, con abito a pieghe. 
A s. busto di Zoe, di faccia, diademata con croce, con abito a quadri. Entrambi reggenti una lunga croce greca.
 
R) CONS - TANTIN - CE ZOH BA - SILIS RO - MEON su cinque righe orizzontali. 
Diametro 24 mm




BIBLIOGRAFIA:

SABATIER, Monnaies Byzantines, Paris 1862.

VASSILIEV, Histoire de l'Empyre Byzantin , Paris 1932.

BENUSSI, L'Istria nei suoi due millenni di storia, Trieste 1924.

SEMI, Capris, Iustinopolis, Capodistria, Trieste 1975.

KRUMBACHER, Das Problem der neue gricchischen Schriftsprache, Muenchen 1902.


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